....entrare in classe con il sorriso, spiegare con gioia, mostrare l'utilità nel proprio quotidiano di ciò che si studia, facendo sporcare le mani e mostrando quante strade possono aprirsi di fronte ad un ragazzo grazie alla sua fantasia e alla sua creatività.

Che cosa vuol dire Essere insegnanti oggi?

Insegnare oggi richiede molto coraggio, pazienza, coerenza ed una dose formidabile di empatia. Un tempo bastava essere competenti nelle proprie materie e saperle trasmettere con chiarezza, ma oggi questo non basta più; si dibatte molto sul ruolo della scuola che spesso sembra debba sostituire la famiglia anche nell'educazione dei ragazzi. Io credo, da classicista, che in questo momento di confusione ed incertezza sia opportuno fare un passo indietro verso le origini per ritrovare i punti cardine dell'insegnamento: il filosofo greco Platone ha sempre dichiarato che le menti dei discepoli non erano vasi vuoti da riempire, bensì fuochi da accendere; ma in che modo si stimola l'interesse e la passione? Sicuramente con l'esempio: entrare in classe con il sorriso, spiegare con gioia, mostrare l'utilità nel proprio quotidiano di ciò che si studia, facendo sporcare le mani e mostrando quante strade possono aprirsi di fronte ad un ragazzo grazie alla sua fantasia e alla sua creatività.


Cosa pensi del rapporto tra giovani e uso dei social?

L'uso prolungato e spesso scorretto di internet ha nei giovani azzerato l'autostima, intorpidito la fantasia, impigrito il corpo e annullato la capacità di memorizzazione, dal momento che ogni informazione è a portata di mano sempre e ovunque, sottraendo così irrimediabilmente la capacità di collegamento e di sintesi. Inoltre, i ragazzi hanno un enorme bisogno di essere ascoltati, soprattutto quelli che sembrano non voler mai parlare o che cercano addirittura lo scontro: la loro è una costante ricerca di figure solide ma amorevoli, che siano guide in un mondo che giudica, valuta, soppesa e stronca. Hanno bisogno di qualcuno che mostri loro chiaramente in che cosa siano bravi, che insegni il fallimento ma anche la rivincita, la punizione e il perdono.


Come possiamo far brillare la scintilla negli occhi di tutti i ragazzi?

Non si può stigmatizzare un adolescente, proprio perché è una persona in fieri, che cambia carattere, atteggiamenti, sogni e aspettative ogni giorno: bisogna dargli fiducia! Fargli credere che può essere migliore, che ha anche doti emotive, relazionali, artistiche che vanno al di là della capacità di comprensione delle materie scolastiche; occorre cioè fargli vedere la persona che potrà diventare. Rimarcando sempre e solo le sue manchevolezze, che sia il voto negativo o il comportamento scorretto, si imprigionerà il ragazzo in un loop infinito che non lo farà crescere.

Parafrasando Jean-Jacques Rousseau, in questi vent'anni da insegnante Engim ho capito anch'io che è impossibile insegnare qualsiasi materia se prima non si conosce la persona a cui si vuole insegnare: è fondamentale creare cioè un legame di fiducia e rispetto con i ragazzi, comprendere i meccanismi che permettono loro di apprendere meglio. Film? Schemi? Lezioni frontali? Laboratori? Visite di istruzione? Non ha importanza il metodo che da insegnante adotterai: i ragazzi faranno caso solamente a quanto tu tieni a loro. Non puoi insegnare nulla se non credi fermamente che loro possano imparare.

Laura Tiberi